W il 25 aprile: 100 anni fa moriva Emilio Salgari


Il 25 aprile è l’anniversario della liberazione dalle forze nazifasciste in Italia. Ma è anche l’anniversario della morte di Emilio Salgàri (accento sulla seconda “a”), il più celebre tra gli scrittori di romanzi d’avventura che scrisse a cavallo tra Ottocento e Novecento. Per anni è stato considerato una lettura da fanciulli e ragazzi e, grazie a questa sua collocazione editoriale, la sua fama è giunta fino a oggi. Negli ultimi anni, però, è stato dato a Salgàri e agli altri scrittori di letteratura avventurosa e fantastica italiani (Luigi Motta, Yambo, ecc.) il merito letterario dovuto, riconoscendo in questi scrittori i precursori del fantastico e della fantascienza in Italia. Celebre soprattutto per il ciclo dei “Pirati della Malesia” (con l’originalissimo personaggio di Sandokan) e del ciclo dei “Corsari delle Antille” (con il Corsaro Nero), meno noti sono suoi racconti e romanzi ambientati in tutto il mondo, dal Polo Nord all’India, a mari sconosciuti. Ma quello che vorrei segnalare è “Le meraviglie del Duemila” (del 1907), un romanzo che narra la storia di due uomini che, grazie alla scoperta di un principio attivo di una strana pianta esotica che sospende le funzioni vitali, riescono a viaggiare nel tempo per ben cento anni, spostandosi dal 1903 al 2003. Interessante quindi parlarne in questi giorni, a 100 dalla morte del maestro. Il romanzo s’inserisce nel filone vernesco (per esempio con “L’anno 2000”), quindi previsionale, ma anche sociologico e con una sfumatura pessimista e antipositivista. Traggo alcune descrizioni da wikipedia, alla vioce di questo romanzo: “Si trovano quindi a vivere in una società profondamente modificata e potranno così conoscere un mondo popolato da macchine volanti, treni sotterranei e velocissimi, città sottomarine e molte altre meraviglie tecnologiche. Salgari prevede anche che il ritmo di vita in cento anni sia accelerato a un tale grado di frenesia che i protagonisti finiscono per essere ricoverati in un manicomio poiché non riusciranno a sopportare un simile ritmo di vita. L'autore suggerirà la domanda spontanea: ne è valsa la pena di soddisfare la propria curiosità di conoscere il futuro per terminare i propri giorni in un manicomio? L'autore anticipa anche i problemi dovuti all'inquinamento e al terrorismo; inoltre, in molte parti del romanzo troviamo elementi realmente presenti nella realtà odierna, come la televisione (nel libro il giornale viene trasmesso così), o anche la plastica (descritta come una strana sostanza simile al metallo ma bianca)”.
Dopo aver riscoperto la grandezza di Verne non solo a livello puramente letterario, ma anche sociologico, riscopriamo anche in Salgàri le idee e le riflessioni sull’attualità da lui vissuta al volgere del secolo, del suo concetto di “evoluzione” della società umana e delle sue intuizioni sul futuro tecnologico.

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